(Money.it) La legge di Bilancio 2023 all’articolo 1, commi da 206 a 212, prevede la possibilità di richiedere una conciliazione agevolata avente ad oggetto le liti pendenti al 1° gennaio 2023 davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado che abbiano ad oggetto atti impositivi in cui una delle parti è l’Agenzia delle entrate.
Ma come funziona la conciliazione agevolata? Si tratta di uno strumento deflattivo del contenzioso tributario che mira quindi ad alleggerire il carico delle corti tributarie.
A fronte della conciliazione agevolata il contribuente ottiene una riduzione delle sanzioni a un diciottesimo del minimo previsto e un’ampia rateizzazione degli importi dovuti.
Con il decreto 34 del 2023 il Governo ha provveduto ad ampliare il campo di applicazione della legge di bilancio e ha esteso la procedura alle controversie pendenti al 15 febbraio 2023 innanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado. Ne consegue uno slittamento anche del termine per la presentazione dell’istanza che passa dal 30 giugno al 30 settembre 2023.
L’Agenzia delle entrate con la circolare n° 9 del 19 aprile 2023 ha provveduto a fornire delucidazioni in merito acome funziona la conciliazione agevolata. Ecco i principali chiarimenti.
Conciliazione agevolata: i termini di deposito dell’istanza per la tregua fiscale
La prima precisazione dell’Ade riguarda i termini del deposito dell’istanza per la conciliazione agevolata. Si ritiene che:
Il deposito della proposta preconcordata deve avvenire non oltre l’ultima udienza di trattazione, in camera di consiglio o in pubblica udienza, del giudizio di primo o di secondo grado.
Superato tale termine, sarebbe del tutto inutile provvedere alla conciliazione visto che in tale fase la causa è trattenuta in decisione, insomma manca solo la sentenza.
Per quanto riguarda il termine
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