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Eni ha siglato un accordo per far riconoscere come business regolato la cattura e stoccaggio delle emissioni di CO2. con il governo britannico. L’intesa è arrivata in relazione alle licenze di Ccs (Carbon capture storage) che il gruppo guidato dall’amministratore delegato Claudio Descalzi sta sviluppando in Gran Bretagna. L’accordo accelera la piena operatività di HyNet North West e ne assicura i ricavi garantendo un rendimento agli asset regolati (Regulated Asset Based) per il trasporto e lo stoccaggio delle emissioni di CO2 delle aziende Hard to Abate (cementifici, aziende energetiche, chimiche, etc) nel Nord Ovest dell’Inghilterra e del Galles del Nord. Per il momento si tratta di un accordo di principio con Desnz, il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero sui termini e condizioni chiave. La finalizzazione è prevista nei prossimi mesi.
Nel Regno Unito Eni ha da poco ottenuto anche una seconda licenza di stoccaggio per il giacimento di gas dismesso di Hewett nell’area di Bacton, finalizzato a decarbonizzare le regioni del sud-est dell’Inghilterra e dell’estuario del Tamigi. Complessivamente i due progetti hanno una capacità di stoccaggio totale di 500 milioni di tonnellate di CO2.
L’avvio del progetto HyNet North West è previsto entro la metà del decennio, con una capacità di stoccaggio annua di circa 4,5 milioni di tonnellate di CO2 nella prima fase per poi raggiungere negli anni immediatamente successivi al 2030 i 10 milioni di tonnellate. Per l’ad di Eni, Claudio Descalzi, “La Ccs svolgerà un ruolo fondamentale nella transizione energetica, in particolare consentendo di evitare in modo sicuro le emissioni dell’industria Hard to Abate, per le quali a oggi non esistono soluzioni altrettanto efficaci ed efficienti. L’accordo siglato costituisce un passo significativo per la creazione nel Regno Unito di una nuova e importante filiera industriale altamente sostenibile e delinea un modello di business che sarà in grado di favorire lo sviluppo della Ccs su scala industriale fornendo al contempo gli elementi di certezza necessari per attrarre investimenti privati ad ulteriore supporto dei progetti”.
Azioni Eni: le quotazioni rimbalzano sul supporto in area 14,750
Le azioni Eni sembrano essere impostate al rialzo nel breve termine anche grazie alla performance positiva registrata nella seduta di ieri (+0,11%). Dopo un’apertura in gap up (subito ricoperto nell’intraday), infatti, le quotazioni si sono mantenute per tutta la giornata all’interno di uno stretto trading range compreso tra i livelli 15,182 e 15,328, andando a chiudere sul finale a quota 15,248.
Sebbene la cendela infragiornaliera risulti negativa, il movimento ha permesso all’azione di creare un pattern di analisi candlestick assimilabile al “Doji”, indicante una generalizzata indecisione da parte degli operatori. Situazione che è coerente con l’attuale struttura grafica del mercato che vede Eni rimbalzare dal supporto presente in area 14,750 e avvicinarsi alla resistenza rappresentata dalla media mobile a 25, dopo ben quattro sedute consecutive al rialzo.
La configurazione realizzata ieri ha il duplice significato di apparire sia con una fase di consolidamento che come il preludio a una continuazione del trend in corso. A cui si aggiunge il traino dovuto al recupero dei prezzi del petrolio che dovrebbe permettere al titolo di colmare la debolezza relativa
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