(Money.it) Slitta a marzo 2023 il conguaglio dell’assegno unico, ossia quella procedura con cui viene fatto un riepilogo delle mensilità accreditate nel corso dell’anno valutando se ci sono somme pagate in più o in meno, provvedendo così a sanare la situazione.
Per questo motivo a marzo ci saranno gli arretrati dell’assegno unico riferiti alla rivalutazione di inizio anno, come pure per coloro che hanno presentato l’Isee dopo la domanda ma comunque entro il termine del 30 giugno e quindi hanno diritto agli arretrati. Lo stesso vale per i percettori di Rdc che aspettano gli arretrati dell’assegno unico per il periodo in cui non era ancora disponibile il modulo Rdc/Com/Au con cui alle famiglie è stato chiesto di comunicare alcune informazioni essenziali ai fini del calcolo dell’importo.
Di conguaglio dell’assegno unico ne parla la circolare Inps n. 23 del 09 febbraio 2022, dove si legge che:
L’importo mensile spettante è determinato tenuto conto dell’Isee presente al momento della domanda. L’importo erogato è fisso per tutte le rate, salvo il conguaglio che verrà effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo, in cui si farà riferimento all’Isee in corso di validità al 31 dicembre dell’anno precedente.
Come anticipato, nonostante fosse stato annunciato per “gennaio o febbraio”, il conguaglio dell’assegno unico è slittato – come ci confermano fonti interne all’Inps – a marzo. Il mese prossimo, quindi, verranno pagati tutti gli arretrati alle famiglie che ne hanno diritto, ma c’è il rischio anche che l’Inps – dopo aver fatto le dovute valutazioni – effettui una trattenuta delle somme pagate in più.
A tal proposito, facciamo chiarezza su quali situazioni verranno sanate con il conguaglio dell’assegno unico, soffermandoci su quando ne seguirà il pagamento degli arretrati e quando invece l’Inps potrebbe chiedere la restituzione di alcune delle somme pagate in più.
Arretrati di rivalutazione e maggiorazioni legge di Bilancio 2023
Come noto, a gennaio 2023 l’importo dell’assegno unico è aumentato per effetto della rivalutazione. Nello stesso periodo sono entrate in vigore le maggiorazioni per figli piccoli introdotte dalla legge di Bilancio 2023, mentre l’incremento forfettario per le famiglie con almeno 4 figli è stato portato a 150 euro.
Tuttavia, queste novità sono state applicate per la prima volta sulla mensilità di febbraio (in pagamento in questi giorni): ragion per cui in sede di conguaglio – che come anticipato è slittato a marzo – saranno pagati gli arretrati riferiti agli aumenti non riconosciuti a gennaio.
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