Il sindacato CGIL ha bocciato la proposta di Opzione Uomo come nuova formula di prepensionamento perché taglia eccessivamente le prestazioni previdenziali per il ricalcolo dei contributi. L’Opzione donna proprio per questa penalizzazione è stata fallimentare: un percorso intrapreso in questi anni solo dal 25% del pubblico potenziale. A confermare il dato proprio il presidente dell’INPS.
Possibili pensionati sfiduciati dagli eccessivi
L’ipotesi che il futuro governo Meloni sta valutando è quella di introdurre un’opzione uomo che permetta anche agli esponenti del “sesso forte”di andare in pensione con le stesse regole dell’opzione donna: 58/59 anni e 35 anni di contributi maturati a una data determinata, utilizzando il ricalcolo contributivo per quantificare i benefici.
Tale opzione è attualmente disponibile solo per i dipendenti che si hanno raggiunto il requisito entro il 31 dicembre 2021.La prossima legge di bilancio potrebbe avere una proroga di un anno, a patto che nel frattempo non sia possibile approvare una vera riforma pensionistica che affronti strutturalmente il tema della flessibilità all’estero.
Confronto dei sistemi pensionistici
L’Opzione UOMO funzionerà allo stesso modo della versione femminile, cioè includerà il ricalcolo dei contributi assegni, indipendentemente dal fatto che i pagamenti siano stati effettuati prima del 1996. Questo ricalcolo comporta una penale, soprattutto per i lavoratori Con un maggior numero di contributi versati entro il 1995.
Dal canto suo, la pensione anticipata Fornero (con rate di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne), prevede per coloro che hanno versato contributi prima del 31 dicembre 1995, un computo misto (salario prima della data indicata) e contributi e, per chi ha almeno 18 anni di pensione, sempre a busta paga intera al 31 dicembre 1995 (esclusi i pagamenti successivi al 2012, sempre tassati con i contributi).
Con l'”Opzione Uomo” il sussidio verrà ridotto per due motivi: oltre al ricalcolo dei contributi, il sussidio sarà ridotto al 30% della pensione che maturerebbe andando in pensione sette anni dopo (a causa del montante accumulato di molto inferiore), dimezzando in pratica l’ultimo stipendio.