Siamo di nuovo a rischio zona gialla e la variante Delta sembra farsi strada in tutto il mondo.Vogliamo vivere un’estate di spensieratezza, ma. quale rischio?
Sardegna, Sicilia e Veneto rischiano di essere le prime a rientrare nella zona gialla delle restrizioni. Ora che l’estate è al centro del turismo e dei viaggi e della ricerca della ripresa, bisogna però stare attenti al silenzioso risveglio della pandemia, che registra un aumento di nuovi casi (13 nuovi casi ogni 100.000) e risultati positivi ( 1 paziente su 33 nuovi soggetti).
Attualmente la regione più a rischio di entrare nella zona gialla è la Sardegna (0,32 su una scala da 0 a 1), seguita dalla Sicilia (0,31) e dal Veneto (0,24); al contrario, la regione con il minor rischio di entrare nella zona gialla è la Valle d’Aosta (0,04), seguita dalla Basilicata, dalla provincia di Trento e dalla Puglia (0,08).
Sentiamo la voce degli esperti consultando l’ultimo Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica che misura con un nuovo indicatore proprio il rischio delle regioni di entrare in zona gialla considerando il numero di nuovi casi in un certo momento in una data regione e allo stesso tempo il numero di persone vaccinate in quella regione fino a quel momento.Questo indicatore vuole invitare le regioni più a rischio a prendere misure preventive prima che le ospedalizzazioni possano aumentare. Non bisogna infatti arrivare all’aumento delle ospedalizzazioni perché questo significherebbe agire tardivamente. Questo errore è stato già fatto nella seconda ondata lo scorso autunno.
“Alla luce delle evoluzioni degli ultimi giorni – afferma Americo Cicchetti, direttore di Altems – è indispensabile prevedere l’adozione di misure restrittive che però tengano conto del nuovo contesto legato all’avanzamento della campagna vaccinale che è diverso da regione e regione. Le soglie per l’ingresso nella zona gialla vanno quindi riviste e differenziate tra regioni perché è diverso l’avanzamento della campagna vaccinale nelle diverse regioni. Con questo ultimo introduciamo un modello di revisione delle soglie di rischio regionali, potenzialmente utile al governo della fase attuale della pandemia”.