Probabili scenari di cambiamento nel 2021
Il Governo ha dichiarato che se non troverà 2 miliardi per aumentare il limite di spesa per il 2021, le risorse non basteranno per tutti e gli importi degli assegni mensili andranno tagliati. Le risorse potrebbero non essere sufficienti per tutti, l’emergenza sanitaria ha danneggiato e rallentato il mondo del lavoro portando la spesa per il prossimo anno da 7,3 ad almeno 9,3 miliardi di euro.
Infatti, se i fondi stanziati sono esauriti, la legge prevede che i beneficiari di tali diritti, abbiamo un’assegno ridotto per rendere finanziariamente sostenibile la misura.
Circa 200 mila richieste in più per il Reddito di cittadinanza, a rischio di riduzione dell’assegno
La crisi economica ha aumentato il numero di persone che chiedono il sussidio di povertà e il reddito di cittadinanza. I numeri sono in rialzo da 526 milioni a oltre 680 milioni tra gennaio e settembre.
Le previsioni di occupazione che dovevano essere l’elemento chiave di questa manovra, con i centri per l’impiego che avrebbero aiutato tutte quelle persone in difficoltà a rialzarsi con le proprie mani e non vivere per sempre di sussidi, non sono stati quelli sperati. Nei primi 18 mesi si sarebbero dovuto attivare un milione di contratti di lavoro, ma in realtà solo 200 mila persone hanno trovato lavoro, e la maggior parte temporaneamente.
Di conseguenza, se si confermano i dati attuali, ovvero 1,3 milioni di famiglie che percepiscono un reddito di cittadinanza su un importo medio pagato di 524 euro, il sussidio nel 2021 costerà di più del previsto: 8,2 miliardi. Finora ne sono stati assegnati 7.3 miliardi, non sufficienti per supportare l’aumento delle famiglie richiedenti da 1,3 a circa 1,5 milioni.
Le novità di ottobre
Il Reddito di Cittadinanza è nato per supportare quelle famiglie richiedenti che al momento della richiesta hanno determinati requisiti; la durata del sussidio non è permanente e scadrà automaticamente dopo 18 mesi e le prime scadenze sono previste nel mese di ottobre 2020.
Da qui alla fine dell’anno verrà sospeso circa il 54% degli attuali beneficiari, di cui più della metà risiede nel Mezzogiorno.
Sarà necessario ripresentare la domanda andando al Caf e fornendo l’Isee aggiornato al 2020 e il modulo Sr180 e potrà essere rinnovato solo dopo la sospensione per un mese prima del rinnovo.